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90 pensieri (608-609-610)

mente il governo, divenuto monarchia, piglia  (609) una forma stabile. Cosí accadde in Roma. Gli uomini chiari per gloria militare o domestica, per ricchezze, potere, eloquenza ec.; esercitavano già una specie di oligarchia, quando questa, abbassati tutti gli altri, si venne a ristringere nei primi triumviri, finattanto che Cesare, tolti di mezzo gli altri triumviri, ristrinse tutto in lui solo. Cosí nel secondo triumvirato (4 febbraio 1821).


*    Alla p. 590, capoverso 6. Anche durando in quel tale che si suppone monarca per diritto di natura tutte le qualità che gli davano questo diritto; posto il caso che un altro membro di quella medesima società arrivasse o coll’età o coll’esercizio del corpo o dello spirito ec. ec. a possedere quelle stesse qualità in maggior grado, o anche maggiori o piú numerose qualità; il primo monarca perderebbe il suo diritto, che si suppone naturale, alla monarchia, e non solo ancora vivendo, ma essendo ancor tale, quale incominciò a regnare e per se medesimo in tutto e per tutto lo stesso, a ogni modo non dovrebbe piú  (610) regnare (4 febraio 1821).


*    Neanche l’amor proprio è infinito, ma solamente indefinito. Non è infinito, dico io, non già secondo l’origine e il significato proprio di questa voce, ma secondo la forza che le sogliamo attribuire; come diciamo che Dio è infinito, perché contiene perfettamente e realmente in se stesso tutta l’infinità. Laddove, sebbene l’uomo e qualunque vivente si ama senza confine veruno e l’amor proprio non ha limiti né misura né per durata né per estensione, contuttociò l’animo umano o di qualunque vivente non è capace di un sentimento il quale contenga la totalità dell’infinito; e in questo senso dico io che l’amor proprio non è infinito, e che, quantunque non abbia limiti, non deriva da questo che l’animo nostro abbia