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362 pensieri (277-278)

Di questo genere sono infinite bruttezze o bellezze tanto sensibili, che intelligibili, morali, letterarie ec. (14 ottobre 1820).


*   Quel vecchio che non ha presente né futuro, non è privo perciò di vita. Se non è stato mai uomo, non ha bisogno se non di quel nonnulla che gli somministra la sua situazione e tutto gli basta per vivere. Se è stato uomo, ha un passato e vive in quello. La mancanza del presente non è la cosa piú grave per gli uomini, anzi atteso la nullità di tutto quello che si vede nella realtà e da vicino, si può dire che il presente sia nullo per tutti e che ogni uomo manchi del presente. Il vuoto del futuro non è gran cosa per lui: 1°, perch’é già sazio della vita, che ha già provata, gustata, adoperata ec.; 2°, perché i suoi desiderii, passioni, affetti, sentimenti, sono rintuzzati e (278) intorpiditi e ristretti e non esigono piú grandi beni, piaceri, movimenti, azioni presenti, né grandi speranze, gran vita attuale o avvenire; 3°, perché l’estensione materiale del suo futuro è piccola e non lo può spaventare gran fatto il vuoto di un piccolo spazio. Ma il giovane senza presente né futuro, cioè senza né beni, attività, piaceri, vita ec. né speranze e prospettiva dell’avvenire, dev’essere infelicissimo e disperato, mancare affatto di vita e spaventarsi e inorridire della sua sorte e del futuro. 1°, Il giovane non ha passato. Tutto quello che ne ha non serve altro che ad attristarlo e stringergli il cuore. Le rimembranze della fanciullezza e della prima adolescenza, dei godimenti di quell’età perduti irreparabilmente, delle speranze fiorite, delle immaginazioni ridenti, dei disegni aerei di prosperità futura, di azioni, di vita, di gloria, di piacere, tutto svanito. 2°, I desiderii e le passioni sue sono ardentissime ed esigentissime. Non basta il poco; hanno bisogno di moltissimo. Quanto è maggiore la sua vita interna, tanto maggiore è il bisogno e l’estensione e