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(256-257) pensieri 347

degli uomini, o paragonando le cose alla sua immaginativa. Ma colla sperienza, trovandosi sempre in mezzo ad eccessive piccolezze, malvagità, sciocchezze, bruttezze ec., appoco appoco si avvezza a stimare quei piccoli pregi che prima spregiava, a contentarsi del poco, a rinunziare alla speranza dell’ottimo o del buono e a lasciar l’abitudine di misurar gli uomini e le cose con se stesso e colla immaginazion sua. Laonde, siccome prima egli non istimava se non le cose lontane, le quali, in quel modo in cui egli le concepiva, non erano reali, si può dire che il numero delle cose reali ch’egli stima vada sempre crescendo, se bene diminuisca la misura della stima assoluta e il numero assoluto delle cose ch’egli stimava, perché sono molte piú quelle cose ch’egli pregiava lontane e disprezza vicine di quelle che da principio non curava ed ora è necessitato a pregiare (30 settembre 1820).


*   Si mise un paio di occhiali fatti della metà del meridiano co’ due cerchi polari.


*   Una casa pensile in aria sospesa con funi a una stella (1 Ottobre 1820). (257)


*   Alle volte la vivacità (sia del viso o dei movimenti o delle azioni ec), alle volte la languidezza e flemma è madre di grazia. E chi è preso piú da quella, chi piú da questa.


*   Bisogna distinguere, in fatto di belle arti, entusiasmo, immaginazione, calore ec., da invenzione massimamente di soggetti. La vista della bella natura desta entusiasmo. Se questo entusiasmo sopraggiunge ad uno che abbia già per le mani un soggetto, gli gioverà per la forza della esecuzione ed anche per la invenzione ed originalità secondaria, cioè delle parti, dello stile, delle immagini, insomma di tutto ciò che