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Lucilla. Vengo, o caro, e nel tuo ciglio

mirerò chi m’arde il cor.
Vaga son del mio periglio,
ma gran lume è di tua gloria
la chiarezza del mio ardor.
(partono Lucio Vero e Lucilla)

SCENA IX

Claudio.

Affetti di Lucilla, io vi compiango.

Lusinghiero ed ingrato
cesare vi tradisce. Ho sol giá letto
per voi dentro a quegli occhi odio e dispetto.
Ma non temer, Lucilla.
Punirò con forte mano
la tua offesa ed il suo fallo;
e adempir saprò le leggi
di romano
e di vassallo.

SCENA X

Parte rimota del palazzo corrispondente alle prigioni.

Berenice, poi Niso, e Vologeso con guardie.

Berenice. Se fuor di catene
stringessi il mio bene,
momento felice,
saresti pur caro;
ma stringerlo al petto
fra ceppi ristretto,
che amplesso infelice!
che giubilo amaro!