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Ma che valse la forza? Io li ho sconfitti,

e il lor popol distrutto;
e la Samaria ancor ne getta i gridi,
e piú di lor voi li alzerete ancora
al vostro Dio che in tanta
calamitá imminente
un Dio sará per voi sordo e impotente.
Eliacim. Tacque pur l’empio, e se n’andò il superbo.
Sobna. Noi tosto al re!
Eliacim. Di tutto
vanne tu, Sobna, apportator fedele.
Per suo comando altro m’incombe.
Sobna. Intendo.
Sfugge ognun d’esser nunzio
al suo signor di cose acerbe e tristi.
Eliacim. Se non sapessi questo
ingannevole mondo
non esser il soggiorno, ove a misura
de’ meriti e de’ falli
hanno il premio e il castigo i giusti e gli empi,
de’ giudizi divini
qual mi cadrebbe in mente
oltraggioso pensier? L’Assirio esulta
nella sua iniquitá. Fra mille angosce
piange il buon re di Giuda.
A Dio salgon del primo
l’esecrabili voci, e noi punisce,
dell’altro i preghi umili, e non l’aita.
Ah giustizia immortai, che i bassi eventi
reggi e libbri a tuo senno ! ornai trionfi
la tua possanza; disinganna il torto
giudizio uman; risorga,
qual palma al turbo esposta, il giusto oppresso,
e il sacrilego orgoglio ornai sia spento,
qual favilla e qual paglia in faccia al vento !