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LEOPOLDO DE VILLATI.1
Uomo, che tenda a gloriosa fama
Di senno, di fermezza, e di valore,
In Francesco si specchi; e con stupore
Vedrà ciò, che a ragion virtù si chiama.
5Come lode s’acquista, e gloria s’ama,
Come va unito ad onestade amore
Da lui si apprende; e qual’è de l’onore
La dritta via, che di seguir si brama.
Ma quel parlar, cui nullo stile agguaglia,
10E lo scriver purgato, e di lui degno,
Che altri, ch’egli non può spiegare in carte
E quel saper, ch’altrui cotanto abbaglia,
Non vi s’impara: che divino ingegno
Per ventura s’acquista, e non per arte.
ABB. GIACINTO VINCIOLI.
Non so se tu, mio cuor, comprendi ancora,
Che Amor non è ch’una gran furia in Terra,
Che lascia da per tutto e strazi e guerra,
E di pianti e sospir si pasce ogn’ora.
5Per ferir dolcemente il dardo indora,
Ma nella piaga il rio velen poi serra:
Che ogni bella speranza alfin sotterra,
E le viscere altrui tutte divora.
Io ben l’intendo, il cuor risponde, e bramo
10Fuggir l’empio Signore, onde sovente
Ragion, che mi soccorra, invoco e chiamo
Ma a qual darmi soccorso ella è possente,
Se il desir corre d’un bel viso all’amo,
Teme il mal, lo conosce, e pur consente!
- ↑ In lode di Francesco Petrarca.