Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
331 |
Tutte intorno alle cui rime
Corser l’aure innamorate.
5Belle ei fu della tua etade
L’agguagliar le Muse prime,
E il salir là sulle cime
Del Parnaso alte onorate:
Ma più belli far tuoi vanti,
10Quando al Neri in sen finiro
Di cantar tue labbra amanti.
Nobil Cigno, io ben t’ammiro,
Porto invidia a’ tuoi gran canti,
Ma più all’ultimo sospiro.
IX1
L’onor, la Fama, e in un la Gloria, e quante
Virtudi ha il nobil Mondo un dì si fero
Incontro all’Alma tua col vivo e vero
Celeste loro ed immortal sembiante.
5Drizzaro indi le belle agili piante
La ve’ tua mente alberga, e alfin sedero
In grembo a lei, cone in lor trono altero,
Leggi dettando avventurose e sante.
Sacrò l’Alma in suo cuor l’inclite loro
10Voci, e di quelle entro al suo regno interno
Munìa sè stessa, e ne facca tesoro;
Talchè ora vien per suo gran vanto eterno,
D’esse Virtù frà l’ammirabil Coro,
Con sì bei dogmi a far di noi governo.
X2
Nè per l’auree sue piume altero splende,
Nè per l’Arabe selve avvien, ch’ei vole
Quell’Augello dell’ali uniche e sole,
Che sol nel nome oggi immortal si rende.
5Non fa di aromi il rogo, e non l’accende
Col dibatter sè stesso incontro al Sole,
- ↑ All’Abbate Agostino Paradisi.
- ↑ Per una Monaca.