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5Ma giunto alfin dove tra sasso e sasso
Si dilata in torrente, afflitto e chino
Mira il rio non più rio: stupisce, e lasso
Dà delle sue follie colpa al destino.
Tal io d’Amor gli aspri perigli e rei
10Superar già potendo, or doglia e scorno
Ho di più non poter ciò, che potei.
Veggio, come un torrente, a me d’intorno
Crescer la piena degli affanni miei,
Nè a me più lice indietro il far ritorno.
V
Donne gentili, io con voi parlo: udite:
Chi v’ha detto, che l’alma uccide Amore?
Non è vero; anzi s’ama amato un cuore
Per miracol d’Amor vive in più vite.
5Oh miracoli eccelsi, opre inaudite!
Vive in altrui l’Amante, in sè non muore;
Talchè di sè vivendo e dentro e fuore,
Divien duo con due vite in una unite.
Così duo, s’ognun d’essi è amante e amato,
10Fansi due volte duo; ma una sol brama,
E un viver solo a tante vite è dato.
Non però doppia vita aver si chiama,
E nè pure una sol, chi disprezzato
Più non vive nè in sè, nè dov’egli ama.
VI
Amor, che stassi ognora al fianco unito
Di lei, non so s’io dica o Donna, o Dea,
Seco apparvemi un dì, che in suol fiorito
Fra turba di Pastori io mi sedea.
5Vuo’ mostrarti (alla Ninfa Amor dicea)
Qual fra tanti a te deggia esser gradito;
E a lei, che in giro i vaghi rai volgea,
Me tre volte accenar tentò col dito.
Ove segnasse Amor mai non distinse
10La Ninfa, e andò chiedendo, e dove e quale?
Sin che un suo dardo impaziente ei strinse.