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5Se ben, che da que’ lacci sì severi,
Senza lasciarvi il pel, non verrà fuori;
Ma voi fate la festa ai Suonatori,
Mentre fate la barba anco a’ Barbieri.
Se questa prigionia più si dilunga,
10Voi lo verrete a far de’ Certosini,
Volendo che a parlar nessun gli giunga.
Anzi verrete a far due Cappuccini;
Me, con farmi portar la barba lunga,
Lui, con farlo restar senza quattrini.
X
Eterno Sol, che luminoso, e vago,
Sei troppo fosco all’intelletto mio,
Dì, come sei di Te medesmo pago,
E tre Persone una gran mente unìo?
5In Te specchi Te stesso, e d’arder vago
Dell’immago, che formi, è il Tuo desìo;
Ma non men di Te stesso è Dio l’immago,
Nè men l’ardore, onde Tu l’ami, è Dio.
Così Tu fatto Trino egual Ti miri,
10E quella immago, e quel beato ardore,
Che generi mirando, amando spiri.
In tre lumi distinto è il Tuo splendore,
Come distinta in tre colori è un’Iri,
E sei Tu solo Amante, Amato, Amore.
XI1
Ecco, che a voi ritorno, un tempo liete
Or meste Rive; udite i miei lamenti:
Ecco, che a voi ritorno; ancor crescete
Alle lagrime mie, Fiumi correnti:
5Usignuoli, io ritorno; ancor potrete
Imparar dal mio duol più mesti accenti:
Aure fresche a voi torno; ancor sarete
Mista co’ miei sospir Aure cocenti.
- ↑ Ritornando al luogo dove soleva Lidia villeggiare.