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VI1
Veniano in aurei manti in lunga schiera
Egregi cavalier venian lucenti
Di non più vista real pompa altera
Scelti destrieri oltre l’usato ardenti;
5Veniano eccelse donne, e fra lor era
Gentil gara di voti e d’ornamenti:
Venian, nobil destando aura guerriera,
Ricche d’armi e di fregi elette genti.
Italia accorsa il popol tuo vincea,
10Che te in alti palagi e per via folto
Di palusi e voti in misto suono chiedea:
Ma chi, grande Enrichetta, in te rivolto
Rammentare altro, od ammirar potea
Al primo folgorar del tuo bel volto?
VII2
Or sì, Parma, tu dei la fronte amica
Velar di gemme e d’ostro: or sì tu dei
L’elmo di penne folto, e l’asta antica
Lieta scotere al suon de’ versi miei.
5Udiro i giusti voti i sommi Dei,
Cui più bearti fora omai fatica:
Oggi è il natal di Carlo: oggi tu sei
Salda contra ogni infesta età nemica.
Volgiti all’almo dì, che i bianchi vanni
10Folgoreggiando batte, e ti ripara
Sì riccamente de i sofferti danni;
E digli: O sempre sacra, o sempre chiara
Luce, lassù per l’altre vie degli anni,
Deh mille volte il bel ritorno impara!
- ↑ Ad Enrichetta d’Este sposa del Duca Antonio Farnese, quando nel 1728 fece il solenne ingresso in Parma.
- ↑ Celebrandosi il compleanno di Carlo infante di Spagna Duca di Parma.