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Deforme sì, che con obbrobrio, e scherno
Abborrendola in se, fra noi mortali
Pieno d’orror la rigettò l’Inferno.
IX
Gloria, che sei mai tu? per te l’audace
Espone a i dubbi rischi il petto forte;
Su i fogli accorcia altri l’età fugace,
E per te bella appar l’istessa morte.
5Gloria, che sei mai tu? con egual sorte
Chi ti brama, e chi t’ha perde la pace;
L’acquistarti è gran pena, e all’alme accorte
Il timor di smarrirti è più mordace.
Gloria, che sei mai tu? sei dolce frode
10Figlia di lungo affanno, un’aura vana,
Che fra i sudor si cerca, e non si gode.
Tra i vivi, cote sei d’invidia insana:
Tra i morti, dolce suono a chi non l’ode:
Gloria flagel della superbia umana!
X
Qual aprono al mio sguardo amore, e sdegno
Sui monti di Giudea teatro atroce!
Reso è Gesù dell’altrui rabbia il segno,
Ma più dell’altrui rabbia amor gli noce;
5Oltraggia il sacro sen furore indegno;
Amor tormenta il cor vie più feroce;
L’ira tronco crudel diegli in sostegno;
Amore al cor del suo desìo fè Croce.
Così lui in Croce, e il cor ne i desir sui
10Trafissero ad un tempo ira, ed amore:
Rassembra un Crocifisso, e sono dui.
Quindi è, ch’il seno, aperto un doppio umore
Sparger si vede a beneficio altrui,
Il sangue delle vene, e quel del core.