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OTTAVIO BOLGENI.1
Se piangi lei ch’uscì del mondo fuore,
È gran torto lagnarsi del suo bene;
Chè lamentar, perch’altri esce di pene,
4Nè giustizia il sostien, nè ’l vuole amore
Se ’l tuo danno deplori, è grande errore;
Chè perduta chiamar non si conviene
Quella che in ciel beata un seggio tiene,
8Onde a giovarti ha più brama e valore.
Dunque sia fine al tuo lungo martire,
E, se ti vuoi lagnar, lagnati meco;
11Che siam rimasti in sì nojosa vita;
O, se a te pesa tanto il suo partire,
Non piangere perch’ella or non è teco,
14Ma perchè tu non sei dov’ella è gita.
ANTONIO BONINI.
I
Dov’è la bella età, che gigli e rose
Sulle tenere guance vi dipinse?
Dov’è l’oro del crin, che in pregio vinse
4Quel, che natura sotto i monti ascose?
Dove son le pupille luminose,
Ch’ogni amante guatando in sè si strinse,
Gridando, che per farle Amore estinse
8In Ciel due stelle, e in fronte a voi le pose,
Or se potete, o Filli, richiamate
Sì che tornino a voi così begli anni,
11Onde sì vaga un’altra volta siate.
Ah che ben puote de’ medesmi panni
- ↑ Ad amico afflitto per la morte di sua sorella.