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Nelle stanze silenziose 83


La sua collera aumentava; soffocava, vibrando i suoi pugni chiusi.... e cedendo a una crisi di collera proferiva antiche bestemmie.... I suoi gesti eran diventati minacciosi, pronti a venire a vie di fatto.

— Ignoro a qual partito appartenete poichè mi tenete in una completa ignoranza, ma so una cosa, cioè che sono qui rinchiuso con un’intenzione inesplicabile.... forse delittuosa. Vi avverto dunque e vi prevengo delle conseguenze che potrebbero nascere.... Appena avrò riacquistato la mia libertà.... il mio potere....

Ad un tratto capì che tali minacce avrebbero potuto pregiudicarlo, e tacque. Howard lo guardava curiosamente.

— Debbo prendere le vostre parole come dirette al Consiglio? — domandò.

In quel momento Graham sentì una gran voglia di saltare addosso a quell’uomo, di ucciderlo o di stordirlo, e il suo volto dovette tradire tale pensiero: ad ogni modo Howard fu pronto a ritirarsi: in breve la porta si richiuse e il fantasma del XIX secolo si trovò nuovamente solo. Per un poco egli rimase come irrigidito, coi pugni stretti, alzati in aria, poi li lasciò ricadere con violenza.

— Come sono stato pazzo! — disse fra sè dando libero corso alla propria disperazione battendo i piedi e vociferando ingiurie.

Per molto tempo si abbandonò a tale frenesia, imprecando contro la sua situazione, contro la sua stessa pazzia, furioso contro coloro che l’avevano imprigionato. Si ostinava in quella collera per evitare di considerar con calma la propria posizione: e vi si abbandonava ciecamente nel timore di diventar preda della paura.