Pagina:Wells - Quando il dormente si sveglierà, 1907.djvu/20

14 quando il dormente si sveglierà


cordo di tutto come se fosse un fatto recente.... più chiaramente forse che se fosse recente.

Si parla proprio dello stesso Isbister del capitolo precedente, ma esso non è più il giovane di prima. I suoi capelli, che un giorno erano castani e un po' troppo lunghi, più di quello che lo consentiva la moda, erano ora di un grigio ferro e tagliati corti; la faccia bianca e rossa di una volta aveva assunto il colore del marocchino e la barba a punta era brizzolata. Isbister si rivolgeva ad un uomo di età media, vestito interamente di tela, poiché l'estate in quell'anno era eccezionalmente calda. Quell'interlocutore, un certo Warming, avvocato a Londra, era il parente più prossimo di Graham, il catalettico, e i due uomini, in piedi, l'uno accanto all'altro, in una camera di una casa di Londra, contemplavano fissamente quel corpo immerso nel letargo.

Il corpo giallo, ricoperto con una camicia molto ampia, era steso sopra una materassa di cautciù piena d’acqua, circondata da una vetrata. La faccia era contratta, la barba folta e corta, le membra scarne, le unghie lunghe. Quella gabbia vetrata, pareva separane il dormente dalla vita reale che si viveva intorno a lui: egli era come una cosa a parte, come un oggetto anormale, strano e unico, che i due uomini, colla faccia appoggiata contro il vetro, non si stancavano di esaminare.

— Fu un colpo terribile per me, — raccontava Isbister, — tanto che ancora provo uno strano stupore ripensando a suoi occhi tutti bianchi. Erano bianchi, sapete, come se fossero stati arrovesciati e nel ritrovarmi ora, qui, mi par di riviver tutta quella scena.