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162 quando il dormente si sveglierà


Rise e si voltò di nuovo verso lo specchio ovale per mostrare a Graham ciò che intendeva per scali e per rimesse di macchine volanti. Le quattro più prossime apparivano lontane e scure a causa della nebbia mattutina, ma Graham potè rendersi conto che erano costruzioni dalle dimensioni molto vaste paragonandole alle altre da cui eran circondate.

In seguito, al momento in cui gli imbarcaderi passavano a sinistra, Graham potè veder di nuovo lo spazio libero attraversato dagli uomini vestiti di rosso, disarmati, quindi le nere rovine e la bianca fortezza del palazzo assediato che non aveva più l’aspetto di un lugubre edifizio, ma splendeva invece come l’ambra al sole, giacchè nessuna nebbia l’oscurava più. All’intorno, la lotta dei pigmei era Sempre sospesa ma i rossi difensori avevan cessato di far fuoco.

Così in quel silenzio e in quella calma crepuscolare, l’uomo del XIX secolo assistè alla scena finale della grande rivolta e vide stabilire il suo dominio colla forza: scuoprì trasalendo, che quel mondo stava per diventar suo e non l’altro che si era lasciato dietro: che quello non era uno spettacolo destinato a sparire dopo aver colpito il suo parossismo: che l’esistenza che gli rimaneva ancora avrebbe dovuto scorrerla in quel mondo, con tutti i doveri, i pericoli e le responsabilità. Nuove domande s’imposero alla sua mente alle quali Ostrog s’accingeva a rispondere, ma s’interruppe bruscamente.

— Queste cose ve le spiegherò meglio in seguito. Ora abbiamo.... delle occupazioni più urgenti: il popolo arriva Verso questo quartiere da ogni punto della città.... I mercati e i teatri sono affollati.... Voi siete venuto proprio a tempo: essi vi reclamano in coro