Pagina:Wallace - Ben Hur, 1900.djvu/69


63

innanzi a loro, in tutta la sua magnificenza: il villaggio che pel primo li ricevette sul Bezetha; Mizpah e Olivet, alla loro sinistra; le mura dietro il villaggio, con le sue quaranta alte e solide torri, costruite in parte come fortificazioni ed in parte per ornamento; le stesse mura elevate, piegantisi a destra, con parecchie svolte, e qua e là una porta che conduceva ai tre bianchi e grandi edifizi, Fasel, Marianna, e Ippico; Sion, la più alta delle colline, coronata di palazzi di marmo, e mai sì bella; i terrazzi rilucenti del tempio sul Moriah, riconosciuti come una delle meraviglie del mondo; le montagne regali che accerchiavano la città sacra, la quale sembrava costruita nel fondo di un’immenso bacino.

Essi arrivarono, alfine, ad una torre di grande altezza che dominava la porta, la quale, a quel tempo, corrispondeva alla presente Porta di Damasco, e segnava l’incontro delle tre vie da Sheckem, Serico, e Gibeon. Una guardia romana custodiva il passaggio.

Intanto, le persone che seguivano i cammelli, formavano una carovana, sufficiente per attirare gli oziosi sulla porta; cosicchè, quando Balthasar si fermò per parlare alla sentinella, i tre uomini divennero il centro di un circolo, ansioso di sapere tutto ciò che era accaduto.

— «A voi sia pace», — disse l’Egiziano, con voce chiara.

La sentinella non rispose.

— «Noi siamo venuti da lontano in cerca di uno ch’è nato Re degli Ebrei. Potete dirci dove egli sia?» —

Il soldato rialzò la visiera del suo elmo, e chiamò forte. Alla destra del passaggio, apparve un ufficiale.

— «Lasciate passare», — egli gridò, alla folla che ora si era accostata ancor più; e, siccome sembrava restia ad obbedire, si avanzò, facendo girare rapidamente la sua lancia, ora a destra, ora a sinistra, e così fece del largo.

— «Che cosa vorreste?» — domando a Balthasar, parlando nella lingua della città.

E Balthasar rispose nella medesima lingua:

— «Dov’è colui ch’è nato Re degli Ebrei?» —

— «Erode?» — domandò l’ufficiale, confuso. Il regno di Erode è di Cesare; non di Erode. Non v’è altro Re degli Ebrei.» —

— «Ma noi abbiamo visto la sua stella, e siamo venuti per adorarlo.» —

Il Romano rimase perplesso.

— «Proseguite», — egli disse, finalmente. — «Proseguite il vostro cammino. Io non sono un Ebreo. Portate la que-