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vae victis! 65

Così — tenendosi vicinissime l’una all’altra, e Luisa portando alta sopra la testa una lanterna — attraversarono il cortile silenzioso. Spinsero la porta di legno, socchiusa, e salirono per le scale scricchiolanti alla camera di Fritz.

Vuota! — Era vuota anch’essa.

Luisa tirò un tremulo sospiro di sollievo; ma Chérie le additò il baule accanto al letto, e gli abiti sparsi per la stanza.

«Si vede che ha l’idea di tornare,» susurrò Chérie; e tutt’e tre tremarono a questo pensiero. Allora scesero rapide, attraversarono il cortile e rientrarono in casa. Si trassero dietro la pesante porta d’ingresso che si chiuse con fragore; ma quando vollero spingere il catenaccio e chiudere a chiave trovarono che questa era stata portata via, e la grossa spranga di ferro era staccata dal battente.

Fu in quel momento che il primo rombo lontano giunse alle loro orecchie.

«Che rumore è quello?» chiese Mirella, scotendo il braccio di sua madre. «Rispondi!»

Chérie le prese la manina. «Niente.... era niente,» disse rapida. «Andiamo su a preparare le nostre cose...» E vedendo Luisa che stava ancora davanti alla porta, impietrita come una