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64 annie vivanti

di Frida trovarono la sua stanza vuota. Nulla di suo vi rimaneva, soltanto due libri — il «Deutscher Dichterschatz», e «Der Trompeter von Säkkingen» — giacevano sulla tavola, e il busto in gesso di Mozart stava ancora al suo posto sul caminetto.

«Sarà sgusciata via mentre noi parlavamo con Florian», disse a bassa voce Chérie volgendo una faccia pallida e stravolta a Luisa che girava lo sguardo stupefatto intorno alla stanza vuota.

«Era una vipera,» osservò Mirella tenendosi un po’ più stretta al braccio di sua madre. «E anche Fritz era un serpe.»

Al nome di Fritz Luisa fu scossa da un brivido.

«Fritz!... Non sarà tornato?» disse piano, lanciando uno sguardo pauroso verso la finestra. Di là del cortile si scorgeva ancora nella semi-oscurità il fabbricato rustico dove il domestico aveva la sua camera. «Che ci sia?...»

Nel silenzio che seguì tutte guardarono quelle finestre chiuse e buie sopra il garage; e l’idea che Fritz potesse essere là nascosto e in agguato era assai inquietante.

«Bisogna andare a vedere,» disse Chérie, tremante ma risoluta.