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vae victis! 317


XXVI.


Indietreggiò vacillante dalla finestra e si guardò intorno, folle, smarrita, Florian! Era Florian! Che cosa fare? Il bambino — dove nascondere il bambino?

Il fischio sommesso riprese, ma più urgente con una nota di fretta e d’ansia. Sì — sì — bisognava far entrare Florian. Come mai era giunto?... Certo lo minacciavano mille pericoli laggiù sulla strada aperta...

Chérie abbassò gli occhi e si guardò. Guardò la sua vestaglia bianca ancora slacciata sul petto — tepido nido del pargolo lattante — e l’allacciò colle mani che tremavano. Poi scorse uno scialle nero di Luisa gettato sopra una seggiola; se ne avvolse in fretta le spalle e corse giù ad aprire.

Florian entrò rapido e chiuse subito la porta dietro a sè. Che strano aspetto aveva con quel