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vae victis! 283


XXI.


Nei primi giorni di maggio, il lento fiume Ourthe e la spumeggiante Aisne, incontrandosi nei pressi di Bomal, si salutarono coi soliti frizzi e spruzzi. «Eccoti qui, pettegola,» brontolò l’Ourthe. «Non si può mai fare questa strada in pace.»

«Sei tu che ti spingi vicino.» protestò l’Aisne. «Guarda che gomito fai! Stammi più lontano.»

«Devo pur passare sotto il ponte,» borbottò l’Ourthe.

«Anch’io!»

«Ah, vedo già che tu vuoi farmi straripare,» gorgogliò l’altro stringendosi nelle sponde.

«Oh, guarda, guarda!» fece l’Aisne, per cambiar discorso. «C’è una cicogna che passa sopra di noi.

«E che me n’importa?»

«È la cicogna che porta i bambini! Guarda — ne ha uno nel becco!...»