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Non aveva la rosa in mano, ma all’occhiello.

Non vide nessuna signora che non fosse bella e giovane; e, in quella penombra soavemente illuminata da lampadette colorate, parevano anche tutte buone e ricche. Allora egli si strappò la rosa dall’occhiello e, prima di gettarla via, la trattenne nelle mani un momento. Poi la rosa cadde.

In quel momento da un tavolino in un angolo appartato nel verde, partì una sommessa risatina femminile.

Alberto si volse a guardare, e vide due signore; una vestita di nero e l’altra di chiaro; una con un cappello piccolo e l’altra con un cappello grande; una sorrideva e l’altra rideva.

Il coniglio fuggì, morsicato e dilaniato dalla pantera che avrebbe voluto restare.


L’indomani Alberto ricevette un’altra lettera:

«Stasera. Ore nove. Al San Giorgio.

«Siete bello».

Allora la pantera mangiò il coniglio e Alberto vi andò.

Strada facendo egli si domandava: — Quale delle due sarà? Spero sia quella vestita