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372 annie vivanti


Quando vide Nancy le disse:

— Date loro dunque del classico, niente altro che del classico!

E nel secondo concerto Anne-Marie suonò il Concerto di Beethoven e la «Sonata a Kreutzer»; e la «Chaconne», e la «Fuga», e il «Preludio», e la «Sarabanda» di Bach. E i Milanesi accorsero, e restarono fino alla fine, e si prefissero di tornare ancora.

Ma i quattro Musicisti Veri scossero le riservate teste con rinnovellato dolore. Come poteva una mera bambina comprendere il gigantesco Beethoven? Chi era quel criminale maestro che sovraccaricava il puerile cervello di Anne-Marie coi titani classici? Non era, quasi diremmo, un sacrilegio, udire una fanciulletta appressarsi alla misteriosa immensità della Chaconne di Bach? Solo i Musicisti Veri potevano comprendere tutta la profonda, la frenetica angoscia celata in quella semplice ed ingenua danza del settecento! Per carità, per carità! Che i bimbi non suonassero che del Händel e del Mozart!

Nel terzo concerto Anne-Marie suonò del Händel e del Mozart. E i Milanesi accorsero, e restarono fino alla fine; e si prefissero di tornare ancora.

Ma i quattro Musicisti Veri inarcarono le dolorose sopracciglia, dicendo che quella semplice e facile musica era ben dolce se suonata per il papà e la mamma entro le pareti domestiche; ma che, veramente, in una Sala da Concerto di Milano, si aveva il diritto di esigere qualche cosa di più possente e autorevole. E perchè questa bambina suonava il violino? Non sarebbe stato meglio se avesse studiato il contrappunto? O qualche altra cosa? La musica dovrebbe essere riservata per loro quattro Musicisti Veri.

Il Commendatore, che non era un Musicista Vero, sorrise e baciò in fronte Anne-Marie. Ma ciò non valse