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216 vittorio adami

     Anzi del signor Conte
     Tu signoreggi il monte
     E la poco lontana
     Fiorita Capoana
     Casa Serponti anzi sormontata sei
     Grazioso albergo alli desiri miei.


Oltre a questi versi il Parlaschino ha in questo codice, che è conservato, come già si è detto, presso gli eredi Cermenati, varie iscrizioni da lui compilate in occasioni di feste, restauri, ecc. e che riguardano specialmente le chiese di Varenna e del monte di Varenna. Contiene inoltre delle epistole a vari personaggi di Varenna e vicinanze: noteremo quella al conte Valeriano Sfondrati, al Padre Domenico Bertarini, datata da Varenna, a Faustino Faggi, a Sebastiano Faggi, a Carlo Pompeo Scanagatta, a Padre Giuseppe Venini, a Tomaso Furnio, al Dottor Galeazzo Tenca, a Ercole Sfondrati, datata da Varenna, a Gerolamo Scanagatta, a monsignor Giacinto Faggi, a donna Giacinta Faggi abbadessa del monastero di Campo, al preposto di Perledo Faustino Faggi, a Giovanni Maria Arrigoni a Bologna. Ha poi un indirizzo ai Varennati sulla visita del cardinale Cesare Monti, disgraziatamente senza data.

Queste epistole sono scritte in lingua latina e nello stile gonfio ed involuto del seicento.

Diamo qui le due descrizioni di Varenna del Bertarelli e del Bonanomi entrambe sovracariche di ampollosità, vizio comune agli scrittori di quel secolo.


Descrizione di Paolo Bertarelli

«Dirimpetto appunto di Menagio. Varenna si riunisce e si contempla piantata nel più fortunato sito che godesse giammai i benigni influssi del Cielo. Passa Varenna reciprochi e scambievoli amori con Menaggio, mentre l’una che l’altro tenendo aggiustati gli sguardi ambi innamorati stanno su la riva del lago per gettarsi a nuoto, avidi d’amorosamente stringersi e abbracciarsi insieme. Acquista questa terra tuttavia sempre maggior nome e per quei signori che vi soggiornano e per i spiritosi ingegni che vi s’allevano qual appunto è il signor Galeazzo Tenca nostro eccellente medico, tanto per il suo valore stimato dall’una e l’altra riviera che chi pratica seco, come io faccio sovente confessa che certamente Pallade sortì in Varena i suoi natali e ciò si prova, non tanto perchè ella sia coronata d’ulivi che pur sono le piante di Pallade: quanto