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gio 1571 per avere usato arbitrariamente del diritto di pesca in acque spettanti alle R. Camera, oppone le osservazioni seguenti:


1. - La comunità di Mandello ha il diritto di pescare e far pescare e quindi di affittare e porre all’incanto la pesca nel lago di Como dal sasso detto la Scaletta verso Malgrate e verso Varenna fino al sasso dell’Olcio.
2. - Varenna, per ciò che riguarda il predetto diritto l’ha verso Mandello fino al Sasso d’Olcio e verso Bellano fino a Rivalba ovvero a valle Gitana.
3 - Bellano verso Varenna fino alla val Gitana e verso Dervio fino alla Val de Grabia; verso Rezzonico fino alla linea mediana del lago.
4 - Dervio, verso Bellano fino alla val de Grabia e verso Corenno fino al passo detto la Rocca che è tra Dervio e Corenno.
5 - Corenno verso Dervio fino al suddetto fosso detto la Rocca e verso Colico fino al luogo della Piana.
6 Le predette comunità sono nel predetto diritto da tempo immemorabile.
7 - Il lago non può essere annoverato fra le regalie, poichè sono tali soltanto quelle cose che spettano al principe, mentre negli usi feudali non sono nè comprese nè nominate le regalie.

Chiede pertanto che il suddetto editto non nuocia alle comunità di cui trattasi.


In una grida emanata a Milano il 7 marzo 1530 per la vendita del pesce, durante la quaresima, erano stabiliti i prezzi delle diverse qualità di pesce: — gli agoni del lago di Lugano erano valutati soldi 1 e denari 1Fonte/commento: 526, mentre quelli del lago di Como e Maggiore denari 8. Il che proverebbe che gli agoni del lago di Lugano erano preferiti.

Tutti i paesi lacuali erano obbligati a fare affluire sul mercato di Milano durante la quaresima pesce fresco.

Varenna doveva mandarne libre 300 ogni settimana.


In data 24 maggio 1587, il Vicario di Provvisione del Ducato di Milano in base ad antichi diritti della cappella di San Giovanni Battista di Varenna, dà ordine perchè non ostante che le grida vietassero la pesca coi raggi, sia data licenza al cappellano della detta cappella, ed a Giuseppe Gerino suo fittabile di pescare e far pescare nel territorio di Lierna, Val Vachera e Molvedro.

Nell’agosto del 1570 i sindaci generali della comunità di Valsassina investono a titolo di fitto i nobili signori Bartolomeo de Schenis figlio di ser Antonio e Paolo Tempestino de Dentis f. q. ser Giorgio, abitanti a Bellano di tutta la porzione di lago di proprietà del comune di Perledo coi seguenti confini «flumine Olivedi citra usque ad vallem Gitana ad