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Da un testamento della signora Elisabetta De Calvasina vedova di un Giovanni Scotti, si rileva che nel 1521 esisteva già la così detta scuola di S. Marta, poichè la Scotti le lasciava la somma di lire quattro.


Nel 1582 non era ancora ben definita la giurisdizione ecclesiastica territoriale di Varenna. Si riteneva dal curato di Varenna che la cura del luogo di Castello di Lierna dovesse dipendere da esso curato. Si conserva nell’archivio della Curia arcivescovile di Milano. (Pievi Lacuali II) una specie di processo degli interrogatori del quale si può desumere come il curato di Varenna accompagnasse i funerali fino al Castello di Lierna. Gli interrogati rispondono poi tutti che il Castello di Lierna a loro memoria fu sempre sotto la cura di Varenna.

In una lettera che il parroco di Perledo Giuseppe Isacchi scrive il 6 giugno 1570 a Milano si lamenta che il parroco di Esino chiami per le funzioni il parroco di Varenna anzichè lui e dice tra l’altro: «e più che non cosa è del medesimo ufficio, un patriarchino e sottoposto a Monza»1.

Da un fascicolo di carte dell’archivio parrocchiale di Varenna si ricava che la contessa Donna Ludovica de Balbiani, con testamento 31 marzo 1544, introvabile, istituiva eredi universali Giovanni Maria Scotti f. q. Jacobo e Agostino de Serponti f. q. Bernadino di Varenna, col puttoFonte/commento: 525 che abitassero nella casa della testatrice. In caso d’inadempienza della sua volontà, ogni sua eredità sarebbe pervenuta alla fabbriceria della chiesa di S. Giorgio di Varenna. Ma le intenzioni della testatrice furono in seguito completamente svisate, perchè noi troviamo un atto del 1548, rogato da Giorgio Serponti, in cui li sindaci e gli uomini di Varenna rinunciano ad ogni diritto spettante alla chiesa di Varenna sull’eredità Balbiano, e questo senza darne alcun avviso alle autorità superiori. In data poi 2 gennaio 1561 troviamo che Giovanni Maria Scotti e Agostino Serponti cedono allo spettabile signor Nicola de Giuzzardi nativo di Teglio ma abitante in Varenna tutti i loro diritti sull’eredità.

Questo trapasso di beni dette origine a molte liti che si prolungarono anche nel XVII secolo perchè noi troviamo l’ordine di una visita emanato nel 1619 dal cardinale Federico Borromeo e lo strumento di procura per la causa della chiesa di Varenna, contro gli eredi e successori della contessa Balbiano. Non sappiamo poi se la Chiesa di Varenna abbia ottenuto qualcosa dell’eredità dell’ultima rappresentante in Varenna di questa storica famiglia.


Diamo qui un elenco degli iscritti alla confraternita del Santissimo Sacramento2:

  1. Archivio arcivescovile Milano. Pievi lacuali II.
  2. Archivio Parrocchiale di Varenna.