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L’ indole della raccolta e la mole giá cospicua di questo volume, che vuol essere la silloge compiuta e definitiva delle poesie di Iacopo Vittorelli, edite ed inedite, m’ impediscono di dare qui quell’appendice critica minuziosa e precisa, che lavori di simil genere richiedono doverosamente. Mi contenterò quindi di pochi cenni sommari, rimandando il lettore non profano di questi studi a quanto scriverò nei prossimi fascicoli del Bollettino del museo civico di Bassotto, dove tratterò particolarmente: i. Degli autografi, dei manoscritti e delle stampe poetiche di Iacopo Vittorelli. 2. Dei criteri e del metodo seguiti nella presente edizione. 3. Delle varianti fra i diversi manoscritti e le numerose stampe delle sue poesie.

I

Il museo civico di Rassano, che per merito d’intelligenti bibliografi conserva preziose raccolte manoscritte di memorie patrie, da cui, specie per il secolo decimottavo, può trarre importanti notizie lo storico delle lettere, possiede il maggior numero d’autografi delle poesie di Iacopo Vittorelli. Essi sono in numero di settanta, messi insieme tutti, uno solo eccettuato, nei primi decenni del secolo da poco trascorso, da Giambattista Roberti fu Tiberio, erudito e bibliografo bassanese, e distribuiti in due volumi: l’uno (Ms. 41, D, 2763) contenente quarantasei autografi, la maggior parte dei quali legati insieme, l’altro (Ms. 74, F, 4650) ventitré in fogli staccati.

Un’altra cospicua raccolta d’autografi è quella che il Vittorelli stesso cedeva con testamento del 31 gennaio 1834 all’amico suo Luigi Vinanti di Bassano, e che si conserva tuttavia presso la famiglia Vinanti. Sono essi in numero di cinquanta sei, e gran parte furono messi a profitto dal Vinanti stesso per l’edizione postuma delle rime del poeta, uscita pei tipi del Roberti nel 1841. Fra i manoscritti non autografi conservati nel museo civico di Bassano (altri meno importanti sono fra i codici delle raccolte Cicogna e