Pagina:Vittorelli - Poesie, 1911 - BEIC 1970152.djvu/197

7

Ma perché poi dimenticata appieno
cotesta moda ne l’oblio si giacque,
e de l’ingiusta forbice non meno
al taglio inesorabile soggiacque,
il bel tupé che l’europeo terreno
di mettere in costume or si compiacque,
chiamar io voglio una recente e bella,
se ’l permettete, invenzion novella.

8

Frattanto il parrucchiero disintrica
i capelli tra lor venuti a zuffa:
di tenere pastiglie li nudrica
e d’oli fragrantissimi li sbruffa;
né cura prende o adopera fatica
in tergere la testa da la muffa:
s’ella v’è, stiavi pure in santa pace,
ché madama d’averla si compiace.

9

Un simile costume è fatto adulto,
chi ’l crederebbe? in ciaschedun paese:
e poi non giova suscitar tumulto
co l’omicida pettine scortese;
poiché lá dentro un battaglione occulto
suol nudrire madama a proprie spese;
e si folto è lo stuol degli abitanti,
che molti fanno i cavalieri erranti.

10

Né creder che ciò rechile vergogna
o che le desti qualche umor lunatico,
poiché d’aver ciascuna in capo agogna
un intero governo aristocratico;
e sentir pronto ne le sue bisogna
un esercito in armi e in guerra pratico,
da combattere il sonno, verbigrazia,
se fosse di dormir la dama sazia.