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XXXVII

INNO ALLA PROVVIDENZA

Nel solenne ingresso di monsignor Antonio Golini, canonico arciprete di Bassano.

Chi ne P immenso spazio
dei non concessi mondi
segna il cammino ai lucidi
pianeti vagabondi?

Chi mai le sfere altissime
e il basso pian governa?

Tu sei, tu sei quell ’unica,
o Provvidenza eterna.

Tu accendi su le nuvole
la tremola saetta,
e poi la guidi a frangersi
di qualche monte in vetta.

Tu di profonde tenebre
l’umida notte infoschi:
tu dai le frondi agli alberi,
tu dai le fiere ai boschi.

Per te l’argenteo rivolo
col nutritivo umore
le tenui fibre abbevera
d’ogni erba e d’ogni fiore.

Per te Pindustre rondine
vien da l’egizio lido,
spiegando i vanni memori
al consueto nido.

Ed or se d’alto giubilo
il mio Bassan festeggia,
se al buon Golino affidasi
la cittadina greggia;

chi fia che ciò non reputi
un’opra di tua mano?
chi fia che non glorifichi
il tuo voler sovrano?