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ANACREONTICHE - CANZONETTE - ODI

Fra le accoglienze tenere
de l’ospitai soggiorno,
qui ne l’autun pomifero
passo la notte e il giorno.

Qui la donzella assidersi
tra suoi germani io vidi,
che a l’amor mio rispondono
sempre cortesi e fidi.

Piú che la guancia florida,
piú che il ridente vezzo,
io di quell’alme ingenue
l’aureo costume apprezzo.

Spargi di fresco nettare,
spargi di fior celesti,
sant’amistá, quel vincolo
che di tua man tessesti.

Oh i di giocondi e placidi
che qui tra i fiori e l’erba
solea condur lietissima
la giovinetta acerba!

Io nel mirar le tremule
pupille sue serene,
giurato avrei che al talamo
la riserbava Imene.

Meco voi pur credestelo,
amanti genitori,
ed un segreto giubilo
vi serpeggiò ne’ cuori.

Le stelle piú benefiche
sangue pregiato diervi ;
i grani a voi traboccano
negli opulenti acervi ;

cento, che Italia or educa,
garzon vezzosi e prodi,
richiesto avrian solleciti
de la donzella i nodi.

Ma per caduco e fragile
amor costei non nacque:
vedete come rapida
corre la cerva a l’acque.