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manoscritti lxix

e (46a-53a) le altre rime della Vita Nuova che abbiamo indicato per Magl. VII, 722; seguono in ultimo (53a-62a), e coll’explicit Finiscono le cose di Dante, le rime varie con le quali nel codice medesimo si chiudeva la sezione dantesca e le rime seguenti del Cavalcanti, del Guinizelli, di Cino colle quali si chiudeva quel codice (Donna mi priega..., Vedete ch’io son un..., Poi che di doglia..., Per gli occhi fere..., Al cor gentil..., Amor c’hai messo....). Il codice strozziano termina con rime di altri autori: cfr. Bandini, Suppl. II 565-571.

55. Vaticano Barberiniano lat. 4036
già Barb. XLV, 130 (Barb.)

Membranaceo del sec. xiv, di pp. 196. Contiene rime varie dei secoli xiii-xiv, specialmente di autori perugini, e a pp. 121-130 e 189-192, adespote e anepigrafe, le rime della Vita Nuova nell’ordine preciso che hanno in essa, salvo che sono omesse Ballata i’ voi (§ XII), Donne che avete (§ XIX), Donna pietosa (§ XXIII), Gli occhi dolenti (§ XXXI), Quantunque volte (§ XXXIII) e Gentil pensiero (§ XXXVIII). Il codice fu già di Carlo di Tommaso Strozzi, il cui nome si legge a piè della p. 1: da lui dovè averlo l’Ubaldini1, di pugno del quale è l’indice dei rimatori in principio del volume. I quinterni sono male ordinati, tanto che le rime della Vita Nuova cominciano in fine di quello che va da p. 87 a 130, e, dopo due quinterni di roba diversa, proseguono in principio d’un altro quinterno che comincia colla pag. 189.

56. Laurenziano Rediano 184

Cartaceo del sec. xv, di cc. scritte 208. Contiene prose e rime varie dei secoli xiii-xv. Da c. 37c a c. 43c ha le solite quindici canzoni di Dante con le rubriche volgari sopra riportate dal codice Laur. XL, 42; a c. 43c la Canzone di dante contro afiorenza, ‘O patria degna’; quindi le Rime e i Trionfi del Petrarca; dopo dei quali (92d-97d) Seghuono anchora Canzoni e sonetti di Dante, e prima le canzoni, fra le quali Donna pietosa (92d) e Gli occhi dolenti (94b: Canzone didante perla Morte di biatricie), poi (94a) Chominciano sonetti didante con

Voi che portate lasenbianza vmile
Settu cholui chai trattato sovente,

e, dopo vari altri non appartenenti alla Vita Nuova, questi che le

  1. Pei codici prestati dallo Strozzi all’Ubaldini, mentre questi attendeva alla pubblicazione dei Documenti d’Amore di Francesco da Barberino, cfr. I. Del Lungo, Dino Compagni e la sua Cronica, I 773 ss., e M. Barbi, Due noterelle dantesche cit., p. 17-8.