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III. AGGIUNTA DEL VILLAROSA 83

zando con le sue figliuole, non potè a meno di ripetergli que’ versi del Tasso:

Mirasi qui fra le raeonie ancelle

favoleggiar con la conocchia Alcide;

del qual motteggio il tenero padre rallegrossi e sen rise.

La consolazione nondimeno che gli recavan le figlie amareggiata venne oltremodo dalla cattiva indole che mostrò fin dalla tenera etá un altro suo figliuolo, il nome del quale mi piace qui di occultare. Cresciuto questi in etá, lungi di dar opera agli studi ed alle oneste discipline, diessi interamente in preda ad una vita molle ed oziosa, ed in processo di tempo a* vizi di ogni maniera, in guisa che il disonore divenne dell’intera famiglia. Niun mezzo fu trascurato dal saggio padre onde il figliuolo, lasciata la torta via, al buon sentiere novellamente ritornasse. Frequenti ed amorevoli ammonizioni, autorevoli minacce di uomini saggi e riputati, riusciron tutte vani tentativi per rendere il traviato giovane migliore; a tal che l’addolorato padre, suo malgrado, nella dura necessitá trovossi di ricorrere alla giustizia per farlo imprigionare. Ma, nel momento che ciò si eseguiva, avveggendosi che i birri giá montavan le scale della casa di lui e l’oggetto sapendone, trasportato dal paterno amore corse dal disgraziato figlio e tremando gli disse: — Figlio, sáivati. — Ma un tal passo di paterna tenerezza non impedi che la giustizia avesse il corso dovuto, poiché il figlio condotto venne in prigione, ove dimorò lunga pezza, finché non diede chiari segni di essere veramente nei costumi mutato.

Tal domestica non lieve calamitá accompagnata venne da altra non inferiore: dalla cagionevole salute, cioè, di un’altra figliuola, che cominciò ad esser fieramente tormentata da dolorose infermitá. Mentre queste cagionavano la piú grande afflizione all’addolorato padre, lo costringevano a continui dispendi per medici e medicine, che con dolore ma senza risparmio erano forse inutilmente prodigalizzati. Tali e cosi gravi disturbi di animo non frastornarono mai il Vico dall’attendere alle sue lezioni, alle quali l’onore ed il dover suo lo chiamavano. Soffriva