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di tali facoltá, apprender potessero la vera sapienza dalla piú esatta morale non iscompagnata. Oltre a coloro che le domestiche lezioni udivano dal nostro Vico, numerar debbonsi molti figliuoli de’ principali signori di questo Reame, nella casa de’ quali si conducea per istruirli, fra li quali per brevitá nominerò solo i Carafa di Traetto, gli Spinelli de’ principi di Scalea, i Gaetani de’ duchi di Laurenzana, perciocché i magnati della cittá nostra in quell’etá niuna cura trascuravano acciocché i loro figliuoli ed eredi saggi e scienziati divenissero, ben opinando che all’ uomo nobile, di agi fornito, niuna altra cosa tanto mal si conviene che Tesser confuso fra l’infinita schiera de’ folli ed ignoranti.

Ma tali aiuti non furon bastanti a minorare gli urgenti bisogni da’ quali era giornalmente oppresso ed avvilito. Avea avuto per fatai disgrazia una moglie quanto dotata di puri ed ingenui costumi, sfornita altrettanto di quei talenti che anche in una mediocre madre di famiglia si richiedono. Non sapendo neanche scrivere, pochissima cura prendevasi delle domestiche faccende, in guisa che il dotto uomo costretto era a pensare e provvedere non solo a’ vestimenti, ma di quanto altro i piccoli suoi figliuoli avean di bisogno.

Tenero oltremodo dimostrossi con costoro, e fra essi amò con predilezione le due figliuole; e, scorgendo che la maggiore, nominata Luisa, era fornita di talenti piú che a donna necessari e che mostrava un’inclinazione per le arti ingenue e specialmente per la poesia, d’istruirla egli stesso s’industriò con somma cura ed attenzione. Ebbe il contento che le sue cure vane non riuscissero, perciocché, adulta divenuta, si distinse molto nella italiana poesia, come lo dimostrano alcuni leggiadri componimenti di lei in diverse raccolte per le stampe promulgate. Ed era bello vedere il nostro saggio, nelle ore che gli rimanèvan libere dalle quotidiane e non interrotte noiose occupazioni, prender qualche leggiadro trastullo con le sue care figliuole; del che fu ocular testimone il padre don Benedetto Laudati cassinese, uomo per venerandi costumi e per sapere riputatissimo, che, visitandolo spesso, e trovandolo un di scher