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Maggiora. 63

zano, di Fara e di Ghemme, di Bocca, di Cressa ec., hanno con ragione gran credito e smercio. Non pel vino però egli andrà a Maggiora, ma per vedervi in un vicino colle presso il torrente Ciccione, che va poi nell'Agogna, gran copia di conchiglie marine entro un fondo di mare; in un altro colle un sasso calcare ottimo per calcina e vaghissimo per le dendriti; e in due altri una selva di larici sotterrata a qualche centinajo di piedi dalla vetta. Sopra essa, al luogo detto la Palazzina, sta un'eccellente argilla, che ora portasi a Milano per farne terraglia; giacchè, oltre questa, abbiamo noi pure ne’ nostri torrenti i feldspati e flus-spati, che macinati vi si frammischiano, e i quarzi e le arene per le vernici. Pavimento dell’argilla è uno strato durissimo di poche linee d'arena ferrea, e sotto questa stanno i larici. Alcuni di questi alberi hanno serbato il colore e la forma, almeno nelle parti esterne; altri hanno delle vene di bel litantrace o nafta; ed altri hanno lasciato colare il bitume nella sottoposta argilla, che perciò divenne pur essa infiammabile. Lo strato, ove lo esaminai collo scandaglio, ha più di tre piedi d'altezza. In più luoghi di que’ colli v'ha degli strati di sostanza carbonosa o legnosa fra strati di finissim’arena e talco. L'argilla bianca or che ve n’è lo smercio, trovasi e cavasi in più luo-