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la vestizione.


     E diceano: un mercatino
          Che il paese ha messo a rubba,
          Un vilissimo facchino
          Si nobilita la giubba,
          E dal banco salta fuori
          A impancarsi co’ Signori?

     Si vedrà dunque un figuro,
          Nato al fango e al letamaio,
          Intorbare il sangue puro
          Col suo sangue bottegaio?
          E farà questo plebeo
          Tanto insulto al Galateo?

     Usuraj crucesignati
          Che si comprano di lei,
          Tra i patrizi scavalcati
          Passeranno in tiro a sei
          A esalar l’anima ciuca
          A sinistra del Granduca?

     Rifiniti dal mestiere,
          C’è chi paga i Ciambellani
          Con un calcio nel sedere;
          E rifà di pelacani,
          Che il delitto insignorì,
          Il vivaio dei Balì.

     E di più, ridotto a zero
          Il patrizio è condannato
          A succhiarsi il vitupero
          Di vestir chi l’ha spogliato,
          A ridursi sulla paglia
          Per far largo alla canaglia.