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milton e galileo. 29

105Rota la Terra: obbedïenti al Sole
Si volgono con lei Marte sanguigno
E Venere falcata: enorme Giove
Quattro lune discopre, a cui securo
Più ch’all’Orse il nocchier fida le vele.
110Prossimo al Sol Mercurio avvampa; e move
Pe’ novissimi spazi in gelo avvolto,
A vedersi tergemino Saturno.
E tu, vase di fiamma, astro gigante,
Che regalmente la movenza affreni
115De’ seguaci pianeti, augusto Sole,
Dell’immoto tuo soglio e de’ torrenti
Lucidi, che pel nero etra diffondi,
Non superbir! Col vindice baleno
Le mie pupille saëttasti intente
120Nel tuo volto sovran; ma non sapesti
Già le tue macchie ascondermi, o nebbioso
Genitor della luce. Ampi di fumo
Oceàni io distinsi e rubiconde
Isole fluttuar entro il tuo seno
125Ch’incessante bufera agita e squarcia.
Ben sei giovane ancor; nè le tue tende,
Se la rimota vista non m’inganna,
Sono ancor fisse, o Sol! Splendi dal centro
Agli opachi vassalli, e portentosa
130Aura intanto ti volve a’ sconosciuti
Porti, che il costellato Ercole alluma,
Nell’azzurro profondo. Entro la zona,