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264 congedo.


     Viva pur ella avventurosa e rida
Co’ trecento suoi drudi, che congiunti
Tiene ad un laccio e tutti manda emunti
                                   20A tutti infida;

     Nè più riguardi all’amor mio, caduto
Per colpa sua, come sull’orlo cade
D’un prato il fior che oltrepassando rade
                                   24Vomere acuto.