L’atteso legno come vide in prima
Con brune vele dirizzarsi al porto,
Disanimato come quei che stima 332Il figlio suo dolcissimo già morto,
Tratto di senno dall’aerea cima
Precipitossi e nel mar giacque assorto.
Allora Teseo entrò le auguste porte 336Funeste ancor per la paterna morte.
E tal di suo fallire ebbe mercede
E d’un colpo fortuna lo percosse,
Quale per sua perfidia egli già diede 340Alla vezzosa figlia di Minosse;
La qual piangendo la tradita fede
Guata la nave che pel mar già mosse,
Triste, affannata, in preda tuttaquanta 344All’immenso dolor che il cuor le schianta.
Ma d’altra parte nel tappeto aurato
Bacco volava di letizia pieno,
Dai Satiri saltanti accompagnato 348E dal suo fido vecchierel Sileno,
Te cercando. Arïanna, ed infiammato
Delle divine tue bellezze il seno.
I suoi seguaci intanto ebbri e satolli 352Per le valli trescavano e pe’ colli.