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EGOISMO E CARITÀ.

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     Odio l’allòr che, quando alla foresta
Le novissime fronde invola il verno,
Ravviluppato nell’intatta vesta
                             4Verdeggia eterno.

     Pompa de’ colli; ma la sua verzura
Gioia non reca all’augellin digiuno;
Chè la splendida bacca invan matura
                             8Non coglie alcuno.

     Te, poverella vite, amo, che quando
Fiedon le nevi i prossimi arboscelli,
Tenera, all’altrui duol commiserando,
                            12Sciogli i capelli.

     Tu piangi, derelitta, a capo chino,
Sulla ventosa balza. In chiuso loco
Gaio frattanto il vecchierel vicino
                            16Si asside al foco.