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CAPITOLO II.


Il colloquio notturno.


Rimase pertanto Eutichio con lei, e sembrava che il silenzio notturno e la tranquilla solitudine invitassero gli animi loro a conversare con fiducia maggiore, che nel tumulto del giorno; onde dopo breve pausa, così a lui rivolta, disse la donzella; Io ho meco stessa considerato sovente nel decorso di questa giornata, in cui tu così lietamente, come suoli, hai vissuto, donde mai accade che tu soggiorni in questa solitudine, posciachè non senza qualche a me ignota cagione, tu l’hai prescelta alla città, dove potresti vivere splendidamente. Io non ho ardito interrogarti qual sia quella che è tua patria, di modo che posso dire per verità, che di te so il più e non il meno; mercè che pienamente ammiro la tua