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ramente puniti i di lei falsificatori, quando che è stata in ogni tempo libera e impune la corruttela delle lingue, segno espresso degli umani pensieri. E certamente divennero così gli uomini fra di loro stranieri, non intendendo i loro vicini, più di quello che intendessero il garrire degli uccelli, l’ululare de’ lupi, il muggire de’ buoi, il belare delle pecore, il fischiare de’ serpi; onde, distrutta la sociabilità, furono ridotti a spiegarsi come gli animali per gridi e per cenni; e ben era degno che alcuno non desse alimento o bevanda a colui che ardì il primo di domandare bevanda o nutrimento con false voci inventate dal suo colpevole capriccio. Ma siccome non vi è sostanza più libera degli umani pensieri, quindi hanno taluni immaginato che fosse non meno concessa a’ bruti la favella, trovando la eloquenza del dolore nelle querele del patetico rosignolo, la ferocia marziale ne’ ruggiti del leone, e ne’ gemiti delle colombe il più tenero