Pagina:Verri - Le avventure di Saffo e la Faoniade, Parigi, Molini, 1790.djvu/118

concessa questa, per verità sovraumana bellezza, per cui il tuo provetto genitore deve, nel rimirarla, sentire piacevole conforto negli estremi fastidiosi anni della vita. Al che Faone rispose con timidità che viepiù leggiadro lo rendeva; Se in me ravvisi qualche non ordinaria sembianza, siccome è dono di lei che mi è benigna, e non già frutto di mia virtù, non la stimo se non in quanto è Dea la donatrice, ed è segno di sua preziosa benevolenza. Quindi io spero di non provare gl’infiniti affanni, ch’ella sì spesso ad altri dispensa, e de’ quali molti ne ho già uditi da tanti che se ne querelano. Oh te felice, esclamò Saffo, che gusterai soltanto l’ambrosia della mensa di Amore, dove tanti, dopo fuggitive dolcezze, lungamente si pascono di amarissimo assenzio! Tu parli di amore, disse Faone, ingegnosa donzella, con animo scontento, sicchè pare che ti abbia già fatta alcuna delle sue capricciose ingiurie. Ma per certo nè lunghe