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Quell’isolotto, boscoso in tutta la sua superficie, non aveva la varietà d’aspetti dell’isola Lincoln, arida e selvaggia da una parte, ma fertile e ricca in un’altra. Qui era una massa uniforme di verdure, su cui si ergevano due o tre colline poco elevate. Obliquamente all’ovale dell’isolotto scorreva, attraverso una larga prateria, un rigagnolo che andava a gettarsi in mare, sulla costa orientale, per una stretta foce.

— Il dominio è ristretto, disse Harbert.

— Sì, rispose Pencroff, per noi sarebbe stato an po’ piccino.

— E per giunta, rispose il reporter, sembra disabitato.

— Infatti, noto Harbert, non v’è nulla che sveli la presenza dell’uomo.

— Scendiamo, disse Pencroff, e cerchiamo.

Il marinajo ed i suoi due compagni tornarono alla spiaggia, nel luogo in cui avevano lasciato il Bonaventura. Avevano deciso di fare a piedi il giro dell’isolotto prima di avventurarsi all’interno, in guisa che nulla sfuggisse alle loro investigazioni.

Il greto era facile da seguire, e solo in qualche capo lo rompevano grossi macigni di cui si poteva facilmente fare il giro. Gli esploratori scesero verso il sud, facendo fuggire numerose frotte d’uccelli acquatici e di foche, che si gettavano in mare appena li vedevano da lontano.

— Codesti animali, fece osservare il reporter, non vedono l’uomo per la prima volta; lo temono, dunque lo conoscono. Un’ora dopo la partenza erano giunti alla punta sud dell’isolotto, terminata da un punto aguzzo, e risalirono verso il nord, rasentando la costa occidentale egualmente formata di sabbia e di roccie ed orlata di fitti boschi.

Non si vedeva traccia d’abitazione, nè impronta di piede umano in tutto quel perimetro dell’isolotto, che dopo quattro ore di cammino fu percorso intieramente.