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CAPITOLO XIX.
Il domani mattina, dopo una giornata passata al ricinto, tutto essendo in perfetto ordine, Cyrus Smith ed Ayrton tornavano al Palazzo di Granito.
Subito l’ingegnere radunò i compagni, ed apprese loro che l’isola Lincoln correva un immenso pericolo, cui alcuna forza umana non poteva scongiurare.
— Amici miei, disse egli, e la sua voce svelava una profonda commozione, l’isola Lincoln non è di quelle che debbano durare quanto il globo medesimo. È votata ad una distruzione più o meno prossima, la cui causa è in lei ed a cui nulla potrà sottrarla.
I coloni si guardarono e guardarono l’ingegnere. Non potevano comprendere.
— Spiegatevi, Cyrus, disse Gedeone Spilett.
— Mi spiego, rispose Cyrus Smith, o meglio non farò che trasmettere la spiegazione, che nei nostri pochi minuti di colloquio segreto mi fu data dal capitano Nemo.
— Il capitano Nemo! esclamarono i coloni.
— Sì, ed è l’ultimo beneficio che ci ha voluto fare prima di morire.
— L’ultimo benefizio! esclamò Pencroff, l’ultimo