Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/28

a corpo, e ricevettero anche qualche ferita fortunatamente leggerissima. Harbert aveva con un colpo di rivoltella liberato Nab dalle strette d’una volpe che gli si era arrampicata sulle spalle come un gattopardo. Top si batteva con vero furore, balzando alla gola degli avversari e strangolandoli. Jup, armato del suo bastone, picchiava all’impazzata, ed invano lo si voleva far rimanere indietro. Dotato, senza dubbio, d’una vista che gli permetteva di vedere nel bujo, egli era sempre nel più forte della mischia, e mandava ogni tanto un fischio acuto che era in lui il segno di una vera gioja.

Ad un certo momento esso si spinse tant’oltre, che, alla luce d’un colpo di rivoltella, si potè vederlo circondato da cinque o sei grosse volpi, a cui faceva fronte con rara pacatezza. La lotta doveva finire col trionfo dei coloni, ma dopo ch’essi ebbero resistito due lunghe ore. Le prime luci dell’alba, senza dubbio, determinarono la ritirata degli assalitori, i quali se la svignarono verso il nord in guisa da ripassare il ponticello, che Nab corse a rilevare immediatamente.

Quando il giorno ebbe rischiarato sufficientemente il campo di battaglia, i coloni poterono contare una cinquantina di cadaveri sparsi sul greto.

— E Jup? esclamò Pencroff, dov’è Jup?

Jup era scomparso. L’amico Nab lo chiamò, e per la prima volta Jup non rispose all’amico.

Ciascuno andò in cerca di Jup, temendo di doverlo contare fra i morti. Fu sgomberato lo spazzo dei cadaveri che macchiavano la neve col loro sangue, e Jup fu ritrovato in mezzo ad un vero monticello di volpi, le cui mascelle spezzate e le reni rotte testimoniavano come esse avessero avuto a fare col terribile bastone dell’intrepido animale.

Il povero Jup teneva sempre in mano il tronco del bastone rotto; ma privo della sua arma, esso era