Pagina:Verne - L'isola misteriosa, Tomo II, Milano, Guigoni, 1890.pdf/233

I deportati avevano abbandonato l’altipiano da mezz’ora circa, dopo d’aver devastato ogni cosa.

— Ed il signor Harbert? esclamò Nab.

Gedeone Spilett tornò allora al carro.

Harbert aveva smarrito i sensi.


CAPITOLO X.


Harbert trasportato al Palazzo di Granito — Nab racconta l’accaduto — Visita di Cyrus Smith all’altipiano — Ruina e devastazione — I coloni disarmati dinanzi alla malattia — La corteccia del salice — Una febbre mortale — Top latra ancora.

Dei deportati, dei pericoli che minacciavano il Palazzo di Granito, delle rovine di cui l’altipiano era coperto, di nulla più si parlò. Lo stato di Harbert andava innanzi ad ogni cosa. Eragli forse stato funesto il trasporto, cagionando qualche lesione interna?

Il reporter non lo poteva dire, ma tutti erano disperati.

Il carro fu tratto al gomito del rivo. Colà alcuni rami disposti in forma di barella ricevettero i materassi sui quali riposava Harbert svenuto.

Dieci minuti dopo Cyrus Smith, Gedeone Spilette Pencroff erano ai piedi della muraglia, lasciando a Nab la cura di ricondurre il carro sull’altipiano di Lunga Vista. Fu posto in movimento l’ascensore, e poco dopo Harbert era coricato sul suo lettuccio del Palazzo di Granito.

Le cure prodigategli lo richiamarono in vita. Egli sorrise un istante trovandosi nella propria camera, ma a malapena potè mormorare qualche parola, tanto era grande la sua debolezza.

Gedeone Spilett visitò le piaghe. Egli temeva che si fossero riaperte, essendo imperfettamente cicatrizzate.... invece no.