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per difenderlo, e siete voi certi che i deportati non vi vedranno uscirne o non vi lasceranno addentrare nella foresta per assalirlo poi durante la vostra assenza, sapendo di non trovar qui che un fanciullo ferito ed un uomo?
— Avete ragione, signor Cyrus, rispose Pencroff, cui una sorda collera enfiava il petto, avete ragione, essi faranno di tutto per riprendere il ricinto che sanno ben provveduto, e da solo non potrete reggere contro di essi. Ah! se fossimo al Palazzo di Granito!
— Se fossimo al Palazzo di Granito, rispose l’ingegnere, la cosa sarebbe molto differente! Colò non temerei di lasciar Harbert con uno di noi, mentre gli altri tre andrebbero a frugare nelle foreste dell’isola. Ma siamo al ricinto, e conviene restarvi fino a che possiamo lasciarlo tutti insieme.
Non vi era nulla da rispondere ai ragionamenti di Cyrus Smith.
— Almeno Ayrton fosse ancora con noi! disse Gedeone Spilett. Povero uomo! il suo ritorno alla vita sociale è stato breve.
— Se pure è morto, aggiunse Pencroff con accento bizzarro.
— Sperate voi dunque che i furfanti l’abbiano risparmiato? domandò Gedeone Spilett.
— Sì, se hanno avuto interesse di farlo, rispose Pencroff.
— Come, immaginereste che Ayrton, ritrovando gli antichi complici, abbia dimenticato tutto quanto ci deve!...
— E chi ne sa qualche cosa? rispose il marinajo, che però esitava nel fare questa brutta supposizione.
— Pencroff, disse Cyrus Smith pigliandolo per il braccio, voi avete un cattivo pensiero e mi affliggerete molto continuando a parlare a questo modo. Io garantisco la fedeltà di Ayrton.
— Ed io pure, aggiunse il reporter.