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L’ingegnere aprì la porta, e vedendo ancora un po’ di fumo a cento passi nel bosco, fece fuoco in quella direzione.

Quasi subito Top balzò nel ricinto, la cui porta fu chiusa vivamente.

— Top, Top! grido l’ingenere pigliando la grossa testa del cane.

Un biglietto era attaccato al collo dell’animale, e Cyrus Smith lesse queste parole scritte coi grossi caratteri di Nab:

“Niente pirati nei dintorni del Palazzo di Granito. Io non mi muoverd. Povero signor Harbert!„


CAPITOLO VIII.


I deportati nei dintorni del ricinto — Domicilio provvisorio — Continuazione della cura di Harbert — Le prime allegrie di Pencroff — Ritorno al passato — Quel che prepara l’avvenire — Le idee di Cyrus Smith in proposito.

Dunque i deportati erano sempre là, spiando il ricinto e decisi ad uccidere i coloni l’uno dopo l’altro. Non v’era nulla a fare fuor che trattarli da belve feroci. Ma si dovevano prendere molte cautele, per chè quei miserabili avevano ora il vantaggio della situazione: potevano vedere non visti, sorprendere con repentini assalti senza essere sorpresi.

Cyrus Smith s’accomodò in guisa da poter vivere al ricinto, le cui provviste potevano del resto bastare per un pezzo. La casa di Ayrton era stata fornita di tutto il necessario alla vita, ed i deportati, atterriti dall’arrivo dei coloni, non avevano avuto tempo di saccheggiare. Era probabile, come aveva fatto osservare Gedeone Spilett, che le cose fossero andate a questo modo: i sei deportati sbarcati sull’isola ne