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— Non deve venire, rispose vivamente Cyrus Smith; sarebbe assassinato per via.

— Ed è peraltro probabile che cercherà di raggiungerci.

— Ah! se il telegrafo funzionasse ancora, si potrebbe avvertirlo; ma ora è impossibile! Quanto a lasciar qui Pencroff ed Harbert, non lo possiamo.... Ebbene, andrò io solo al Palazzo di Granito!

— No, no, Cyrus! rispose il reporter, non vi dovete esporre, nulla varrebbe il vostro coraggio; quei miserabili sorvegliano certamente il ricinto, sono appostati nei boschi fitti che lo circondano, e se partiste avremmo da piangere due disgrazie invece di una.

— Ma Nab? ripetè l’ingegnere; sono ventiquattro ore che è senza nostre notizie! Vorrà venire!

— E siccome sarà ancor meno di noi sull’avvisato, rispose Gedeone Spilett, ci rimetterà la vita.

— Non v’è dunque mezzo d’avvertirlo?

Mentre l’ingegnere rifletteva, i suoi sguardi caddero sopra Top, il quale andando e venendo pareva dire:

“E non ci sono forse io?”

— Top! chiamò Cyrus Smith.

L’animale diè un balzo alla chiamata del padrone.

— Sì, Top andrà, disse il reporter che aveva compreso l’ingegnere. Top passerà dove noi non potremmo passare. Porterà al Palazzo di Granito notizie del recinto e a noi quelle del Palazzo di Granito.

— Presto, rispose Cyrus, presto!

Gedeone Spilett aveva lacerato una pagina del suo taccuino e vi scrisse queste linee:

“Harbert ferito, noi siamo al ricinto; sta in guardia. Non lasciare il Palazzo di Granito. I deportati si sono fatti vedere nei dintorni? Rispondi per mezzo di Top.”

Questo foglietto laconico conteneva tutto ciò che Nab doveva apprendere e gli domandava in pari tempo tutto quanto ai coloni premeva sapere. Fu piegato ed attaccato al collare di Top in modo visibile.