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un giorno o l’altro il carbone sarà intieramente consumato!
— Oh! gli strati carboniferi sono ancora grandi, e i centomila operai che strappano loro ogni anno cento milioni di quintali metrici, sono ancora lontani dall’esaurirli.
— Colla consumazione crescente di carbon fossile, rispose Gedeone Spilett, si può prevedere che questi centomila operai saranno presto dugentomila e che l’estrazione sarà raddoppiata.
— Senza dubbio, ma dopo gli strati d’Europa, nuove macchine permetteranno di frugare più in fondo le miniere d’America e dell’Australia, potranno ancora per un pezzo sopperire ai bisogni.
— Quanto tempo?
— Dugentocinquanta o trecento anni almeno.
— Ciò rassicura noi, disse Pencroff, ma deve inquietare i nipotini dei nostri nipoti.
— Si troverà altro, disse Harbert.
— Giova sperarlo, rispose Gedeone Spilett, perchè senza carbone non più macchine, senza macchine non più ferrovie, non più battelli a vapore, più nulla in fine di quanto esige il progresso della vita moderna.
— Ma che cosa si troverà? domandò Pencroff. Lo immaginate voi, signor Cyrus?
— Press’a poco.
— E che cosa si brucierà invece del carbone?
— L’acqua.
— L’acqua per scaldare i battelli a vapore e le locomotive! L’acqua per scaldar l’acqua!
— Ma l’acqua decomposta ne’ suoi elementi costitutivi, rispose Cyrus Smith, e decomposta, senza dubbio, coll’elettricità, che sarà divenuta allora una forza poderosa e maneggiabile, poichè tutte le grandi scoperte, per una legge inesplicabile, sembrano concordare e compiersi nello stesso momento. Sì, amici miei, io credo che l’acqua sarà un giorno adoperata