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Peraltro i due alberi, che erano stati spezzati a qualche piede sopra la maestra, dopo d’aver rotto straglio e sartie, risalirono alla superficie colle loro vele, alcune delle quali spiegate, serrate le altre.

Ma non bisognava lasciare al riflusso il tempo di portar via tutte quelle ricchezze; perciò Ayrton e Pencroff si gettarono nella piroga coll’intenzione di ormeggiare i rottami, sia al litorale dell’isola, sia a quello dell’isolotto.

Ma mentre stavano per imbarcarsi, una riflessione di Gedeone Spilett li trattenne.

— E i sei che sono sbarcati sulla riva destra della Grazia? disse egli.

Infatti, non bisognava dimenticare che i sei uomini, il cui canotto s’era spezzato contro le rupi, avevano preso terra alla punta del Rottame.

Si guardò in quella direzione; nessuno dei fuggitivi era visibile. Probabilmente, dopo aver visto il brik inabissarsi nel canale, essi avevano preso la fuga verso l’interno dell’isola.

— Più tardi ce ne occuperemo, disse allora Cyrus Smith; possono essere ancora pericolosi, poichè sono armati, ma alla fine dei conti saremo sei contro sei, e le partite saranno pari.

Ayrton e Pencroff s’imbarcarono nella piroga, e remigarono vigorosamente verso i rottami.

Il mare era allora tranquillo ed altissimo, poichè la luna era nuova da due giorni; doveva scorrere una buon’ora adunque innanzi che i fianchi del brik emergessero dalle acque del canale.

Ayrton e Pencroff ebbero il tempo di ormeggiare gli alberi e le pertiche per mezzo di corde, il cui capo fu portato sul greto del Palazzo di Granito. Colà i coloni, riunendo tutte le loro forze, riuscirono ad alare quei rottami; poscia la piroga raccolse quanto galleggiava: barili, casse, capponaje, ed il tutto fu subito trasportato ai Camini.